martedì 7 giugno 2011

La scienza nell'antica Grecia

La Grecia antica rappresenta una delle principali protagoniste nello sviluppo del sapere in svariati ambiti. I pensatori di queste terre non si accontentarono della mitologia e cercarono quindi altri sistemi per comprendere il mondo che li circondava. Il desiderio di espandere le proprie conoscenze portò quindi alla nascita della Filosofia (dal greco φιλεῖν (filèin), "amare", e σοφία (sofìa), "sapienza", ossia "amore per la sapienza"). Tra i vari campi esplorati dai pensatori greci quello che fu da essi maggiormente rivoluzionato è senza dubbio la matematica; essa è infatti molto più moderna di quella sviluppata dalle precedenti culture (per esempio quella babilonese o egiziana) in quanto tali precedenti culture utilizzarono il ragionamento empirico, che sfrutta le osservazioni ripetute, per enunciare delle regole. I matematici greci, invece, si basarono sul ragionamento deduttivo che, partendo da assiomi più o meno scontati, usa rigorosi ragionamenti per dimostrare dei teoremi; tale modo di operare costituisce ancor oggi il fondamento della matematica moderna. I greci si occuparono principalmente di geometria: si ritiene che la matematica greca abbia avuto inizio con Talete di Mileto (624-546 a.C. ca.) e Pitagora di Samo (582 — 507 a.C. ca.).
Euclide e Pitagora,formella del
Campanile di GiottoLuca della Robbia,
 Firenze
Talete si occupò di geometria, scoprendo per esempio il teorema secondo il quale un triangolo inscritto in una semicirconferenza è sempre rettangolo e molte proposizioni riguardanti i triangoli simili (famoso è il “teorema di Talete”) . Grazie a tali teoremi, secondo la leggenda, riuscì a determinare l'altezza della piramide di Cheope misurando la sua ombra.
Pitagora fu invece il fondatore della scuola pitagorica, una setta i cui membri si dedicavano alla ricerca matematica.





Ulteriori protagonisti vissero nel periodo ellenico (323 a.c – 529 d.c.):

Apollonio di Perga (262-190 a.C. ca.), noto soprattutto per l'imponente opera “Le Coniche” nella quale definiva e studiava le sezioni coniche: ellisse, parabola e iperbole;

Euclide (367-283 a.C. ca.), ricordato principalmente per la sua opera “Elementi”;

Archimede di Siracusa (284-218 a.C. ca.), ricordato soprattutto per le sue invenzioni
La vite di Archimede.

Di particolare importanza scientifica fu il pensiero atomistico il quale discuteva la composizione della materia. Gli antichi greci si distinsero inoltre per le loro conoscenze mediche e astronomiche.

Rivoluzionario fu il trattato aristotelico “Fisica” (databile intorno al IV secolo a.C.) il quale discuteva, tra le altre cose, la composizione della materia (formata, secondo il filosofo, da quattro elementi), il concetto di vuoto (caratteristico dell'atomismo) e di gravità (la quale verrà ripresa da Newton nel XVII secolo).
               
Sebbene non ci si possa riferire ai protagonisti del tempo con il termine di “scienziati” (aggettivo che divenne di uso comune solo nel XIX secolo) essi si distinsero per il loro contributo nello studio dei fenomeni naturali nonostante il loro modo di operare fosse estremamente diverso da quello moderno:
gli scienziati di oggi cercano infatti di scoprire leggi e sviluppare teorie che possano spiegare fenomeni naturali, e che al contempo permettano di prevederli e di controllarli. Previsione e controllo sono invece due elementi assenti nel pensiero greco.
Altri elementi caratteristici della scienza moderna che non troviamo, invece, nell’antica Grecia sono: il metodo sperimentale e lo studio quantitativo dei fenomeni.
L’esperimento inteso nel moderno senso scientifico della parola, si differenzia dall’osservazione intelligente. L’esperimento implica di interagire attivamente con la natura, cosa che non avveniva nell’antica Grecia. Tuttavia, nonostante queste differenze, le basi per la scienza moderna nascono senza dubbio in quei secoli.



Parole chiave:

filosofia
geometria
matematica
osservazione

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